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Nel bottaio, l'ultima e più profonda parte della cantina, abbiamo allestito uno spazio nel quale trovano il loro naturale ambiente le opere degli artisti che periodicamente espongono da noi e le bottiglie di vino ad invecchiare...
La CARTA DEI VINI de "L'OttavaRima" rende omaggio alla cultura contadina e al "terroir" locale non senza qualche incursione oltre confine, fino ad ospitare periodicamente aziende lontane geograficamente ma vicine per filosofia. Escludiamo i "soliti vini" di zona, che investono più sul marketing che sull'integrità del vino stesso, privilegiando invece piccoli produttori e vignaioli artigiani, che lavorano personalmente in vigna e in cantina nel rispetto del proprio territorio e della biodiversità. In maggioranza vini naturali e da agricoltura biodinamica che escludono l'uso di pesticidi di sintesi, erbicidi o insetticidi, aggiungono solfiti in minima parte e utilizzano solo lieviti indigeni e fermentazioni spontanee. Tra le 200 ed oltre etichette presenti, ci auguriamo che possiate trovare la vostra !
Ora scendiamo in cantina accompagnati da questo suggestivo passaggio tratto dal “Dizionario dei Simboli” (ed. BUR) di J. Chevalier e A. Gheerbrant.
La cantina è il luogo chiuso in cui vengono riposti il vino o le provviste e può anche indicare la stanza del tesoro. Sul piano spirituale la parola cantina ha un senso mistico ben preciso: Bernardo di Chiaravalle, che la paragonava al SECONDO CIELO, sosteneva che lo Spirito Santo conduce l'anima nella cantina per farle prendere coscienza delle sue ricchezze. Sul piano monastico la cantina indica sempre la stanza del tesoro che abbiamo citato prima; ma in questo caso la parola cantina indica la stanza segreta in cui deve penetrare l'anima per raccogliersì in sé e prendere coscienza delle grazie ricevute. Assapora il vino contenuto nella cantina e gusta il nutrimento spirituale. Cantina ha qui il senso di interiorità, di stanza del segreto . Rimanendo in tema di tesori e segreti, aggiungo un ricordo dell'antropologo grossetano Roberto Ferretti, che in una sua tavola del '76 descriveva un enorme esercito che avrebbe dovuto distruggere la Maremma, ma... tra chi corse ad assediare Montieri, chi morì di malaria a Scarlino, chi si fece Santo a Montiano, chi regnò a Roccalbegna, chi si perse nei boschi di Tirli e chi scoprì un tesoro a Sorano, non se ne seppe più nulla.
Sicuramente un tesoro, oltre a quello della storia narrata, c'è stato e c'è ancora oggi: è Sorano stesso, il suo straordinario territorio ed il suo potente GENIVS LOCI. Numerose leggende vi aleggiano contribuendo ad aumentarne il fascino, come ad esempio, quella della calamita, nascosta probabilmente sotto al Masso Leopoldino al centro del paese, la quale attirerebbe i personaggi più sensibili e particolari che si trovano a passare da queste parti, convincendoli poi, a prendervi dimora (“i calamitati” come vengono chiamati dagli indigeni); o, ancora quella de il magico puma scomparso dalle macchie di Sorano solo intorno al 1972 come appuntava ancora Ferretti in un suo disegno tratto da "Qualcosa di bianco in Maremma, incontri con l'irreale e la paura nella campagna grossetana". Materiale quest'ultimo ripreso in gran parte dal libro "IL VIAGGIATORE DELLE STELLE" a cura di Mauro Papa e presentato qui, a L'OttavaRima di Sorano..